Risultati

Italia - Serie D - Play-off 05/14 14:00 1 ASD San Luca v ASD Paterno L 2-0
Italia - Serie D - Play-off 05/14 14:00 1 ASD Ragusa v ASD Paterno - CANC
Italia - Serie D 05/07 13:00 34 ASD Sancataldese v ASD Paterno L 1-0
Italia - Serie D 04/30 13:00 33 ASD Paterno v Acireale L 0-1
Italia - Serie D 04/23 13:00 32 [7] FC Lamezia Terme v ASD Paterno [11] L 2-0
Italia - Serie D 04/16 13:00 31 ASD Paterno v ASD Canicattì W 1-0
Italia - Serie D 04/06 13:00 30 Cittanova Calcio v ASD Paterno W 0-1
Italia - Serie D 04/02 13:00 29 ASD Paterno v Citta Di S. Agata W 2-1
Italia - Serie D 03/19 13:30 28 ASD Castrovillari Calcio v ASD Paterno D 2-2
Italia - Serie D 03/12 13:30 27 AC Locri v ASD Paterno W 0-1
Italia - Serie D 03/05 13:30 26 ASD Paterno v US Mariglianese W 2-0
Italia - Serie D 02/26 14:00 25 Catania v ASD Paterno L 2-0

Stat.

 TotalIn casaFuori casa
Partite disputate 3 1 2
Wins 0 0 0
Draws 0 0 0
Losses 3 1 2
Goals for 0 0 0
Goals against 4 1 3
Clean sheets 0 0 0
Failed to score 3 1 2

Wikipedia - Paternò Calcio

L'A.S.D. Paternò Calcio, meglio nota come Paternò, è una società calcistica italiana con sede nella città di Paternò.

Il nuovo club è stato fondato nel 2017, attraverso la fusione tra le società A.S.D. Real Città di Paternò e F.C.D. Paternò, che nella stagione 2016-2017 hanno militato rispettivamente in Promozione e Prima Categoria. È erede di una tradizione sportiva iniziata nel 1957 con la fondazione della Polisportiva Paternò, la più longeva delle squadre di calcio paternesi, attiva fino al 1990; l'Associazione Sportiva Paternò Calcio, fondata nel 1991, è stata protagonista tra il 1999 e il 2002 di una cavalcata che l'ha portata dall'Eccellenza alla Serie C1.

Il campo di gioco è lo stadio Falcone-Borsellino, i colori sociali sono il rosso e l'azzurro. Milita in Eccellenza Sicilia.

History

Le origini del calcio paternese

La diffusione del gioco del calcio nella città di Paternò risalrebbe al 1908. Nel primo dopoguerra, una società di nome Ibla Paternò pol iniziò un'intensa attività di amichevoli con le squadre limitrofe, tra cui la Catanese. C'è qualche documento della stagione 1938-1939, quando con l'Ibla partecipava al campionato di Prima Divisione regionale. La squadra, che ebbe come giocatore simbolo il centravanti Tano Messina, disputava le partite interne in dei terreni improvvisati. È documentata l'esistenza negli anni trenta della Società Sportiva Paternò, dai colori sociali rosso-neri, affiliata alla FIGC, iscritta al Comitato ULIC di Catania, nonché partecipante alla Coppa Arpinati nel 1931.

Nel secondo dopoguerra, a Paternò sorsero diverse società sportive attive nel calcio, tra cui l'Ibla Paternò, la Pro Italia e la Fiamma Paternò, che militarono in Prima e Seconda Divisione.

La Polisportiva Paternò (1957-1990)

Nel 1957, venne fondata una nuova società, la Polisportiva Paternò, che adottò come colori sociali, il rosso e l'azzurro, ovvero quelli della cittadina etnea. Primo presidente fu il cavalier Gaetano Marino, e costituita da 61 soci, ebbe tra gli altri il sostegno economico del politico Barbaro Lo Giudice della Democrazia Cristiana, all'epoca sindaco di Paternò.

La formazione di calcio della Polisportiva, guidata da Giovanni Prevosti, che fu allenatore-giocatore, era costituita prevalentemente da atleti provenienti in blocco dalla Fiamma, quali Coco (nonno del calciatore Francesco), Cunsolo, i fratelli Angelotti, Beltrame, Savino, Maugeri, Conti, Orto e Di Grazia. Esordì ufficialmente nel girone B di Prima Divisione, nella gara della prima giornata disputata il 10 novembre 1957 contro il San Gregorio, vinta in casa per 3-0 con tripletta di Cunsolo. I rossazzurri conclusero il campionato al secondo posto con 43 punti, alle spalle della capolista Sortino, vincitrice del torneo, e davanti al Giarre terzo classificato. La stagione successiva, i paternesi si piazzarono in testa al girone assieme ai gialloblù giarresi, contro i quali vinsero lo spareggio-promozione disputatosi sul campo neutro di Acireale, con il risultato di 1-0, la cui rete venne siglata dal centravanti rossazzurro Greco.

Promosso il Paternò in Prima Categoria, nel 1960, presidente della società fu eletto il dott. Giuseppe Gennaro: sotto la presidenza Gennaro, il Paternò ebbe una rapida ascesa, che culminò nella prima promozione in Serie D, avendo vinto il proprio girone di Prima Categoria nella stagione 1961-62, e successivamente superando le finali-promozione contro la Folgore Castelvetrano (capolista del girone A), in particolare la terza, vinta per 2-0 sul campo neutro di Licata con le reti di Checchi e Filippi. Il centravanti rossazzurro Giuliano Checchi, fu capocannoniere del torneo con 33 reti realizzate.

I rossazzurri disputarono il torneo di IV Serie per quattordici stagioni consecutive, e per tre volte sfiorarono la vittoria del campionato giungendo secondi in classifica. La società allestì una buona formazione nel campionato 1963-64, ingaggiando tra gli altri il centravanti Gaetano Troja. Nonostante Troja avesse messo a segno 15 reti, non si andò oltre un quarto posto, e al termine della stagione fu acquistato dal Palermo in Serie A, che pagò per il giocatore 28 milioni di lire più il cartellino di Angelo Busetta.

Nella stagione 1964-65 la squadra riprovò la scalata alla Serie C: nelle file rossazzurre militavano giocatori come Mario Corti, ex mezzala del Catania in Serie A, ma nonostante i 7 punti di vantaggio sul Savoia di Torre Annunziata, dopo quattordici giornate, all'interno dello spogliatoio subentrò un dualismo che destinò il Paternò ad un secondo posto. I giocatori, infatti, si schierarono da una parte con l'allenatore Aldo Riva e dall'altra con il giocatore Corti, il quale non fu sostenuto dalla società, venne ceduto ed emigrò in Australia. L'annata successiva, nel 1965-66, il Paternò ebbe una delle più forti formazioni della sua storia, che vedeva Trevisan in porta, la difesa con Codraro a destra e Ferrante a sinistra, centrali Palazzo e Ortolani. Il centrocampo vedeva due ali veloci come Schettino a destra e Tedesco a sinistra, con Alberti e Sartori mediani, mentre in avanti De Pierro e Busetta erano gli attaccanti. Il Paternò condusse un campionato di testa a pari merito con la Massiminiana, seconda ad un punto. A due giornate dalla fine, i rossazzurri persero a Scafati, mentre la Massiminiana vinse contro il Marsala: la squadra catanese conseguì così il definitivo sorpasso che si confermò anche nell'ultima giornata.

Nonostante i buoni risultati ottenuti sul campo, nel 1967, la società fu colpita da una crisi dirigenziale che portò alle dimissioni dell'intero consiglio direttivo, presieduto dall'avv. Antonio Torrisi, venendo perciò commissariata. Inizialmente affidata a Mario Gemmellaro, questi si dimise dopo appena 3 giorni e la gestione commissariale venne successivamente affidata, nell'agosto 1968, al dott. Giuseppe Buscemi. Due campionati di transizione e poi nella stagione 1968-69, i rossazzurri disputarono un altro torneo di vertice: rivale principale fu l'Acqua Pozzillo Acireale, contro il quale condusse un'agguerrita lotta per la vittoria finale del campionato. Durante la penultima giornata, il Paternò doveva affrontare fuori casa il Siracusa, che vinse condannando i paternesi alla débacle. Così l'Acireale si portò da solo al comando battendo in casa il Terranova, e successivamente il Mazara nell'ultima gara in trasferta.

Negli anni settanta il Paternò, sempre più carente a livello economico, puntava su formazioni ricche di giovani, arrivando al massimo a piazzamenti di metà classifica. Il miglior piazzamento della squadra rossazzurra fu quello della stagione 1972-73, quando si classificò al terzo posto a pari punti con il Milazzo e la Massiminiana; l'allenatore era Dante Pagni ed il campionato lo vinse il Marsala. Nella stagione 1976-77 arrivò la retrocessione, ma la stagione seguente, i rossazzurri allenati da Adelmo Prenna, conquistarono il primo posto in classifica nel girone B di Promozione e tornarono nuovamente in Serie D. Protagonisti di quella stagione, furono soprattutto il centrocampista Giovanni Cardella, i paternesi fratelli Salvatore e Luigi Fazio ed Orazio Laudani. Vennero poi altri campionati in chiaroscuro, questa volta con atleti locali.

Negli anni ottanta, il Paternò disputò l'Interregionale con alterne fortune: nella stagione 1985-86 arrivò la retrocessione in Promozione. Al termine di detta stagione, nell'estate del 1986, nuovo commissario della società fu eletto l'imprenditore edile Giuseppe Mirenna., poi divenuto presidente. Nella stagione 1987-88, il Paternò allenato da Silvio Iozzia, e poi da Gaetano Improta, rischiò di fallire il ritorno in V serie, e grazie al cambio della guida tecnica, riuscì ad ottenere un insperato secondo posto in classifica a soli tre punti dalla capolista Gangi, nel girone A di Promozione. Piazzatosi al settimo posto nella stagione 1988-89 nel girone M dell'Interregionale, parecchio disastrosa fu la stagione successiva: dopo un avvio promettente, gli attriti sorti tra la dirigenza del club ed il Comune di Paternò - che da due anni non aveva erogato i contributi al sodalizio rossazzurro - determinarono la sua crisi societaria e di risultati, con l'abbandono da parte dei giocatori, che non si presentarono nella partita di ritorno a Comiso, e con la successiva partita interna contro l'Aci Sant'Antonio, persa per 0-2, fu mandata in campo la formazione juniores. La squadra subì numerose sconfitte rimediate con un pesante passivo di reti, piazzandosi ultima in classifica con soli 11 punti e 105 reti subite. Arrivò la retrocessione in Promozione e nella stagione 1990-91 si verificò il nuovo tracollo della Polisportiva Paternò: nella gara della quarta giornata in casa contro il Riposto, la squadra rossazzurra per la quarta volta consecutiva non si presentò in campo e fu successivamente esclusa dal torneo.

L'Associazione Sportiva Paternò (1991-1998)

Nel girone B del campionato di Prima Categoria 1990-91, vi militava la formazione paternese della Società Sportiva Diana Carni, di proprietà dell'imprenditore Enrico Caponnetto, che disputò una buona stagione. Nell'estate del 1991, Caponnetto assieme al suocero Agostino Garraffo, rilanciarono il calcio paternese con la trasformazione della Diana Carni in Associazione Sportiva Paternò - che sostituì la fallita Polisportiva Paternò - la cui guida tecnica venne affidata a Luigi Fazio. La nuova società ottenne il ripescaggio al campionato di Promozione 1991-92.

Dopo appena due stagioni, i rossazzurri approdarono in Eccellenza, dove, nella stagione 1993-94, si ritrovarono nel girone A assieme al Catania, contro i quali i paternesi pareggiarono 0-0 nella partita d'andata al Cibali, e vinsero per 2-1 nella partita di ritorno al Salinelle, con le reti di Distefano e Catania per i padroni di casa, e di Belnome per gli ospiti. Dopo un buon girone d'andata, avvenne l’ennesima spaccatura nello spogliatoio e le ambizioni di vittoria vennero immediatamente frenate, il Paternò si piazzò così al quinto posto in classifica con 43 punti.

La società si ritrovò ad affrontare problemi di natura finanziaria, e nel luglio 1995 fu rilevata da una cordata di imprenditori locali formata da Biagio Fusto, Consolato Papino, Salvatore Puglisi, Salvatore Saccone e Rino Travaglienti. Nuovo presidente della società divenne Papino, mentre invece uno dei due precedenti comproprietari, Garraffo, rimase come socio di minoranza. Sotto questa gestione, il Paternò disputò tre discrete stagioni in Eccellenza.

L'era Lo Bue: dall'Eccellenza alla Serie C1 (1998-2004)

Nel 1998, i fratelli Marcello, Franco e Maurizio Lo Bue, imprenditori catanesi nel settore degli autotrasporti rilevarono la società, sull'orlo del fallimento. I Lo Bue, assunsero Sebastiano Anzalone come direttore generale e Francesco Sotera come direttore sportivo, quest'ultimo tra l'altro, attaccante rossazzurro negli anni ottanta; alla guida tecnica venne invece ingaggiato l'allenatore Rosario De Cento.

Nella stagione 1998-99, il Paternò disputò un campionato di vertice che lo portò a piazzarsi secondo in classifica del girone B di Eccellenza con 61 punti; qualificatosi agli spareggi-promozione nazionali, fu eliminato al primo turno dall'Orlandina. Per la stagione successiva, a guidare la squadra fu chiamato Giovanni Campanella, e venne allestito un organico importante che vedeva l'ingaggio di giocatori quali Pagana, Del Vecchio, Viola, Bosco, Scalia, Scudieri e del giovane portiere D'Antone; la formazione rossazzurra dominò incontrastata il girone B del campionato di Eccellenza, si piazzò in testa alla classifica con 74 punti e 76 goal realizzati, e conquistò l'accesso diretto al Campionato Nazionale Dilettanti.

La stagione 2000-2001, vide il ritorno in rossazzurro di Franco Pannitteri, a cui si aggiungono Marchese, Di Dio, Del Giudice, Italiano, Sorce e Fimiani; la squadra veniva allenata da Pasquale Marino. Il Paternò disputò un ottimo campionato anche in Serie D: l'inizio del torneo vide inizialmente un dominio della Vibonese, ma alla fine del girone di andata, il Paternò, secondo a soli 3 punti dalla capolista, centrò 8 vittorie consecutive, e dopo aver vinto per 1-3 in casa dello Sciacca, sorpassò i calabresi, che nello scontro diretto sconfissero per 1-0 con la rete di Rosario Italiano, davanti al proprio pubblico nel nuovo stadio "Falcone-Borsellino", inaugurato in quella occasione. I rossazzurri chiusero il campionato in testa alla classifica con 80 punti e 79 reti realizzate (28 delle quali opera del trentacinquenne Pannitteri), e per la prima volta nella loro storia conquistarono la promozione in Serie C2. Il Paternò primo classificato del girone I venne inserito nel terzo triangolare per la poule scudetto, ma viene eliminato insieme al Martina e sconfitto dalla Palmese, che in quella stagione vinse lo scudetto di Serie D.

Con la promozione in Serie C2 nella stagione 2001-2002, il Paternò disputò il primo torneo professionistico della sua storia. Fu cambiata la denominazione sociale che divenne Paternò Calcio srl. Al suo debutto in quarta serie, la formazione normanna si piazzò terza con 63 punti nella classifica del girone C, dietro il Martina capolista e l'Igea Virtus, e si qualificò ai play-off: nel doppio confrontro contro il Giugliano, i rossazzurri persero per 2-0 la partita d'andata sul terreno dei campani, e col medesimo risultato nella gara casalinga di ritorno, li sconfissero (reti di Del Vecchio e Napoli) ed accedettero alle finali, in quanto meglio piazzati nella classifica della stagione regolare. Nella doppia finale-promozione contro il Foggia, i rossazzurri ottennero un pareggio a reti inviolate sia all'andata che al ritorno (dopo i tempi supplementari), e ciò consentì loro lo storico approdo in Serie C1, ovvero la terza promozione consecutiva in tre anni. In quella stessa stagione, il Paternò allenato da Marino risultò essere la prima squadra europea per qualità di gioco secondo un'indagine computerizzata pubblicata dal quotidiano L'Unità.

Nella stagione 2002-2003, Marino venne ingaggiato dal Foggia, e al suo posto sulla panchina rossazzurra venne chiamato Ezio Castellucci. La prima storica partecipazione al torneo di terza serie del Paternò fu parecchio travagliata: la squadra ottenne risultati poco brillanti, e con la sconfitta interna subìta contro la Fermana alla sedicesima giornata, Castellucci venne sollevato dall'incarico, e qualche settimana dopo sostituito da Gian Cesare Discepoli. Classificatasi al quattordicesimo posto al termine della stagione, grazie al ricorso vinto al CAF, presentato dalla società etnea per ottenere la vittoria a tavolino nell'incontro Pescara-Paternò (1-0), per la posizione irregolare del giocatore biancoazzurro Antonaccio (schierato in campo nonostante la squalifica), la squadra rossazzurra aveva ottenuto la permanenza in Serie C1. La decisione presa dal CAF in favore del Paternò, fu annullata dalla FIGC, che accolse il ricorso presentato dalla Vis Pesaro, e i rossazzurri furono costretti a disputare i play-out contro L'Aquila. La formazione abruzzese si impose per 1-0 nella gara d'andata al proprio stadio, e la sfida di ritorno al "Falcone-Borsellino finì a reti inviolate. L'esito degli spareggi-salvezza determinò la retrocessione della compagine etnea in Serie C2, e al termine della partita di ritorno, si verificarono incidenti ai danni dei tifosi aquilani.

Il Paternò, seguendo una procedura regolamentare nuova, e grazie a successivi ricorsi vinti - in particolare quello contro la FIGC - ottenne dalla Camera di Conciliazione del CONI ed Arbitrato sportivo la riammissione in Serie C1 per la stagione 2003-2004. La seconda stagione in terza serie si concluse per i rossazzurri allenati da Maurizio Pellegrino, con un sedicesimo posto nella classifica del girone B che li costrinse a disputare i play-out: avversaria di turno la Vis Pesaro, e il doppio confronto con i marchigiani si concluse 0-0 all'andata al "Falcone-Borsellino", mentre il risultato della gara di ritorno allo stadio di Pesaro fu di 2-1 per i padroni di casa, un risultato che condannò nuovamente gli etnei alla retrocessione in Serie C2.

Nell'estate del 2004, il Paternò incappò nell'ennesima crisi finanziaria della sua storia, e pertanto la Covisoc deliberò la sua esclusione dal successivo campionato di Serie C2 2004-2005, con conseguente cancellazione della società rossazzurra dai professionisti, che precipitava così in Terza Categoria. Fu l'amara conclusione di un'importante ciclo di successi che caratterizzò il settennato dei Lo Bue nel calcio paternese, coi quali raggiunse il punto più alto di sempre.

Il ritorno del Paternò Calcio nei dilettanti (2004-2015)

Oltre che dalla Serie C2, il Paternò di Lo Bue era stato escluso anche dall'Eccellenza, a cui avrebbe potuto partecipare qualora avesse voluto usufruire del Lodo Petrucci. All'origine di questa rinuncia, le incomprensioni sorte tra la società e l'amministrazione comunale, con la proprietà intenzionata a passare il testimone ad altri.

A seguito della decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti siciliana, il calcio a Paternò viene rilanciato grazie all'intervento dei tifosi di concerto con l'amministrazione comunale e l'imprenditore Pietro Orlando, il quale rileva la società dell'Unione Sportiva Sporting Tremestieri, militante in Promozione, e con esso il titolo sportivo, trasferito dall'omonimo comune etneo. La squadra, allenata da Angelo Busetta, arriva prima in classifica nel girone B di Promozione nella stagione 2004-2005, conquistando l'accesso diretto in Eccellenza. Dopo la fine del torneo, la FIGC autorizza il cambio di denominazione sociale, che diventava Associazione Calcio Paternò 2004. Nella stagione 2005-2006, i rossazzurri vincono anche il girone A di Eccellenza piazzandosi in testa con 54 punti, conquistando così anche l'approdo in Serie D. La permanenza del Paternò in Serie D dura solo due stagioni, e nell'annata 2007-2008, nonostante gli illustri ritorni di giocatori come Pagana, Sapienza e Tasca, che hanno indossato la casacca rossazzurra ai tempi della Serie C1, essendosi la squadra piazzata al sedicesimo posto in classifica, è costretta a disputare i play-out: vinta la gara casalinga di andata per 1-0 contro il Sant'Antonio Abate, col medesimo risultato i rossazzurri vengono sconfitti dagli avversari nella partita di ritorno e vengono retrocessi in Eccellenza.

Nel 2006, Orlando aveva lasciato la proprietà del club, che da allora passava di mano dapprima ad una cordata di imprenditori locali guidata dall'ingegner Nello Galati, poi successivamente dall'estate 2008 al 2010, la proprietà del club passò poi da Mario Ciaramella, ad Alfredo Titola, a Maurizio Licciardello ed infine ad Alessio Virgillito. La gestione Virgillito (originario di Motta Sant'Anastasia, che millantava una presunta parentela con il finanziere e filantropo Michelangelo Virgillito, poi successivamente smentita), è stata la più breve in assoluto: Virgillito si dimette dopo appena due mesi dall'insediamento alla guida della società rossazzurra, e all'origine di tale decisione, lo stato di decozione della stessa, dovuta alla precedente gestione. La decisione del presidente di abbandonare la società, ha forti ripercussioni sulla squadra, la cui stagione nel girone B del campionato di Eccellenza 2010-2011 si rivela disastrosa, con appena una sola vittoria e 5 pareggi: in occasione della partita interna della 28ª giornata di campionato contro il Palazzolo, la squadra, per la quarta volta consecutiva non si presenta in campo, e ciò determina la sua esclusione dal torneo.

Un nuovo tentativo di rinascita della squadra di calcio del Paternò, avviene nell'estate 2011 per opera di Maurizio Spampinato, presidente dell'ACD Sporting Misterbianco, che trasferisce il titolo sportivo del suo club nella città normanna e lo trasforma nell'Associazione Sportiva Dilettantistica Paternò 2011. La squadra, allenata da Giuseppe Zingherino, riparte dal girone D del campionato di Promozione 2011-2012. Centravanti della squadra è il quarantenne Alfio Scalia, che diventa giocatore-simbolo e mette a segno numerose reti. Tuttavia però, il campionato del Paternò, peraltro disastroso, si conclude alla 17ª giornata nella partita interna contro l'Atletico Gela, poiché per la quarta volta consecutiva i giocatori non si presentano in campo, e di conseguenza viene escluso dal torneo.

Nell'estate 2012, un gruppo di imprenditori locali rileva il titolo dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Sporting Adrano Calcio, che viene trasferito a Paternò, e danno vita ad una nuova società denominata Polisportiva Dilettantistica Comprensorio Normanno. Il ruolo di presidente viene assunto dall'avv. Stefania Amato, mentre direttore generale e direttore sportivo sono rispettivamente Achille Crescimanno e Alfredo Finocchiaro. Allenatore della squadra è Giuseppe Strano, e la rosa annovera giocatori come Mastrolilli, Savanarola, Mandarano, Di Mauro e Scalia (nuovo capitano). Il Comprensorio Normanno, inserito nel girone I della Serie D 2012-2013, disputa un torneo al di sopra delle propri obiettivi piazzandosi al sesto posto in classifica, ma per problemi di natura societaria deve rinunciare a partecipare al successivo campionato in IV serie e riparte dalla Promozione.

Nella stagione 2013-2014, la formazione rossazzurra allenata da Franco Pannitteri, si classifica al secondo posto nel girone C di Promozione ed accede agli spareggi-promozione, dove esce vittoriosa sul Mussomeli per 3-1 sul campo neutro di Gela, in cui significativo è stato il contributo del centravanti Antonino Carbonaro, autore di una doppietta. La squadra etnea, approda così in Eccellenza, e nell'estate 2014, viene attuata la fusione con l'AS Athena Club di Paternò che porta alla nascita dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Paternò 1908.

Nella stagione 2014-2015, il Paternò disputa un campionato tranquillo - seppur inizialmente caratterizzato da risultati negativi - che lo porta a piazzarsi al decimo posto nella classifica del girone B di Eccellenza. Più che per il fattore agonistico, la stagione del ritorno del Paternò in Eccellenza è ricordata soprattutto per due fatti di cronaca: il primo, riguardava la violenta rissa scoppiata in occasione della partita Vittoria-Paternò, sospesa sullo 0-1 per gli etnei, a seguito della quale il giudice sportivo sanziona i rossazzurri e i padroni di casa con la sconfitta a tavolino, oltre a comminare una lunga serie di squalifiche per 6 giocatori. Il secondo episodio è quello che ha dato alla società esposizione mediatica a livello nazionale, in cui dopo la sconfitta di Scordia contro la formazione locale per 4-0, i tifosi chiesero ai giocatori di togliersi le maglie perché ritenuti indegni, da qui, caso unico in Italia, la decisione della presidente Amato di chiudere la "curva" ai propri tifosi.

Nel 2015 il Paternò, per decisione della presidente dimissionaria Amato, non si iscrive al successivo campionato di Eccellenza per la stagione 2015-2016, una decisione originata da contrasti tra la società e l'amministrazione comunale relativamente all'affidamento e la gestione dello stadio richiesta dalla prima, ma negata dall'Ente.

Associazione Sportiva Dilettantistica Paternò Calcio (2017-presente)

Dopo la scomparsa della prima squadra di calcio di Paternò nell'estate 2015, a rappresentare calcisticamente la città normanna vi sono l'Associazione Sportiva Dilettantistica Real Città di Paternò, militante in Promozione, e il Football Club Dilettantistico Paternò - meglio noto come "Paternese" - militante in Terza Categoria.

I brillanti risultati conseguiti sul campo da entrambe le formazioni paternesi nei rispettivi tornei, nella stagione 2016-2017, spingono i loro dirigenti alla fusione, e nell'estate 2017 viene costituita l'Associazione Sportiva Dilettantistica Paternò, che prenderà il posto del Real Paternò in Promozione. La nuova società, presieduta da Ivan Mazzamuto, che ingaggia Marco Coppa come allenatore (poi sostituito da Orazio Pidatella), chiede ed ottiene dalla LND Sicilia il ripescaggio per l'ammissione al campionato di Eccellenza 2017-2018; la compagine etnea conclude la stagione regolare con un sesto posto in classifica nel girone B e sfiora l'approdo ai play-off, risultato raggiunto invece la stagione successiva. Nella stagione 2019-2020, il Paternò, allenato dapprima da Giuseppe Strano e successivamente da Gaetano Catalano, composto da un forte organico, in cui si distinguono dei giocatori di ottimo livello come, tra gli altri, Totò Cocuzza, Calogero La Piana, Fabrizio Bontempo, Filippo Raimondi, Santo Privitera, Giuseppe Truglio (capitano), il portiere Gabriele Ferla, e giovani di valore come Gabriel Santapaola e Federico Coniglione, riesce ad ottenere una serie incredibile di risultati utili consecutivi, vincere tutti gli scontri diretti e piazzarsi al primo posto in classifica da imbattuto ed ottenere la promozione diretta in Serie D. Il torneo era stato interrotto alla 24ª giornata per la dalla Pandemia di COVID-19 del 2019-2021, ma l'11 giugno 2020, dopo la riunione della Lnd, il Paternò viene proclamato vincitore del campionato e di conseguenza promosso in serie D, il 30° della sua storia.

La permanenza in quarta serie della formazione rossoazzurra dura tre stagioni. Dopo la salvezza raggiunta nella prima stagione, la società è caratterizzata da instabilità interne: al termine della stagione 2021-2022, che ha visto il Paternò ottenere la salvezza con dodici giornate di anticipo e il piazzamento al sesto posto in classifica, si assiste alle dimissioni del presidente Mazzamuto, sostituito dall'imprenditore Giuseppe Zappalà, poi nuovamente tornato al timone della medesima nel corso della stagione successiva. La situazione societaria incide negativamente sul rendimento della squadra, che, allenata inizialmente da Giuseppe Pagana, poi sostituito da Davide Boncore e infine da Giovanni Campanella, conduce un torneo mediocre che la porta al termine della stagione 2022-2023 a piazzarsi al quinficesimo posto in classifica: il Paternò affronta ai playout i calabresi del San Luca, da cui viene sconfitto per 2-0, e in conseguenza di ciò retrocede in Eccellenza.

L'ASD Paterno è una squadra di calcio italiana con sede a Paterno, in provincia di Catania. Fondata nel 1924, l'ASD Paterno milita attualmente nel campionato di Serie D, Girone I.

I colori sociali dell'ASD Paterno sono il rosso e il blu. Il club disputa le partite casalinghe allo Stadio Comunale di Paterno, che ha una capienza di 1.500 spettatori.

L'ASD Paterno ha vinto numerosi titoli regionali, tra cui il campionato di Eccellenza Sicilia nel 2008-2009 e nel 2015-2016. Il club ha partecipato anche alla Coppa Italia Serie D in diverse occasioni, raggiungendo i quarti di finale nel 2016-2017.

L'ASD Paterno è una squadra molto seguita dai tifosi locali e rappresenta un punto di riferimento per il calcio siciliano. Il club è guidato dal presidente Giuseppe Castiglione e dall'allenatore Alessandro Pagano.

Tra i giocatori più rappresentativi della storia dell'ASD Paterno ricordiamo:

* Giuseppe Mascara
* Emanuele Calaiò
* Marco Amelia
* Andrea Ranocchia
* Giacomo Tedesco